il credo dell'Arte di Fiorire

27 Agosto 2016

Come nasce l’Arte di Fiorire

l'inizio di una storia d'amore

 

gaia e maia

Quando io e l’Arte di Fiorire ci siamo incontrati ho subito sentito che eravamo predestinati, che la mia vita, con le sue scelte, i suoi sogni, mi aveva portato a quell’appuntamento. E’ stata un’intuizione fulminea e fugace a cui mi sono caparbiamente attaccata come aria quando sei in apnea.
Poi sono venuti i dubbi, i pensieri, i ripensamenti, gli avvicinamenti, il valzer dei passi che rendono romantico un corteggiamento “alla vecchia maniera”.

Quando l’Arte di Fiorire si è presentata alla mia porta non era certo ad un amore che ho pensato di aprire, ma ad un amico. Stavo vivendo il momento più difficile della mia vita: il mio compagno aveva lasciato la vita terrena quale mese prima e con lui si era portato la nostra vita insieme, i progetti e il nostro nido. Si era portato via una parte di me.
Oltre al dolore vivevo nella confusione, non sapevo più chi ero, mi sentivo aliena a me stessa, straniera in un territorio sconosciuto.

E’ così che ci siamo conosciuti: io cercavo me stessa ed ho incontrato L’Arte di Fiorire. Mi piaceva il suo modo delicato di prendersi cura di me, di farmi sentire unica e speciale, piena di risorse.
Abbiamo passato tante di quelle ore a giocare insieme, ad inventare un nostro linguaggio segreto per parlare della vita, a girare per negozi in cerca di nuovi colori da provare, a disegnare e inventare storie. Eravamo due complici compagni di avventura.
E quando la tristezza si sedeva al mio fianco L’arte di Fiorire mi prendeva la mano, a volte mi abbracciava o mi porgeva la sua spalla paziente su cui piangere. Aspettava. Mi aspettava. E poi, con quel suo sorriso dolce e malizioso, mi diceva: “Dai! Vieni giocare con me!”.

E io mi sono innamorata. Innamorata delle sue idee follie e naif, della sua fantasia smisurata, dei personaggi strampalati che tirava fuori come un mago dal cilindro, del suo modo di mettersi a testa in giù e ridere del mondo capovolto, della sua grazia da bambino e la saggezza da adulto.
Ma soprattutto, sopra tutte le sue meravigliose qualità, quello che più ho amato e amo dell’Arte di Fiorire è la sua caparbia, tenace, indomabile voglia di vivere.

Nella foto c’è il disegno che abbiamo fatto insieme, al nostro primo appuntamento.

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