Storia di un ciottolo di mare
La bellezza dell'imperfezione
Una volta ero un tutt’uno con la roccia dalla quale provengo, poi il mare mi ha preso e con la sua forza mi ha gettato, buttato nella mischia, separato da chi mi ha generato. Nelle sue profondità mi ha levigato, ha smussato le mie asperità, con forza le sue onde mi hanno scagliato e sollevato. Sono stato ferito, scheggiato e spezzato. Con un disegno che spesso mi è sembrato senza senso, mi ha accarezzato e trovato un posto, adagiato e poi di nuovo fatto rotolare e trascinare dalle sue correnti.
Ero su una spiaggia, simile eppure diverso a tanti altri ciottoli. Sassi su cui camminare, da lanciare per gioco, su cui sdraiarsi a godere del sole, oggetto di sguardi fugaci e indistinti.
Qualcuno mi ha preso, sollevato da terra e portato con sé.
Avevo paura: “cosa ne sarà di me?” mi sono chiesto mentre venivo lavato, asciugato e tenuto al caldo fra le sue piccole mani.
“Parlami di te” mi ha detto, e io le ho raccontato la mia lunga storia, senza capire cosa ci fosse di interessante nella vita di un semplice ciottolo di mare.
Mentre parlavo lei riempiva di oro e colori le mie ferite, tracciava segni sulla mia pelle. Tutta la mia storia diventava linee e cerchi, disegno semplice e complesso. Il mio disegno e i miei colori!
Lei mi ha accettato così come sono, con le mie asperità ed imperfezioni che ora brillano come un gioiello, perché sono uniche ed irripetibili, come me!